Questo mese voglio condividere con te due libri che ho letto a fine estate, ma che riapro spesso volentieri per qualche spunto di riflessione.

Sono entrambi di Tlon, casa editrice (ma non solo) che trovo illuminata ed illuminante – me ne sentirai parlare spesso.

I temi sono la performance ed il pensiero positivo, che spesso vengono associati al mondo del coaching, ma dai quali personalmente preferisco prendere un po’ di distanza.

Ora mi spiego meglio.

La società della performance – M. Gancitano, A. Colamedici

Ammetto che, a parte nel coaching sportivo (dove la performance è tanto – ma non è tutto), a me la parola performance fa un po’ arricciare il naso.

Quando la sento al di fuori di un campo di gara, mi piace poco.

Sarà perchè ormai il mondo è talmente pressante nelle sue richieste di performance o forse perchè siamo così immersi in questa tipologia di pretese da parte della società che a volte sembra di annegare.

Maura Gancitano ed Andrea Colamedici, coppia di filosofi, scrittori e divulgatori, ci prendono per mano e ci portano nel disagio del mondo online dei social network, ne La società della performance.

Mondo in cui se non pubblichi, se non ottieni like, se non vieni condiviso, non sei nessuno.

Mondo che ha portato allo sviluppo di una vera e propria ansia sociale, Fear Of Missing Out (nota anche come FOMO): la paura di restare esclusi, di esser tagliati fuori, di venire dimenticati da followers e fan.

Quanto dobbiamo fingere, sforzarci, andare al di là della nostra essenza, snaturarci, per piacere agli altri (che magari nemmeno conosciamo, che non amiamo, che non fanno parte della nostra vita reale)?

Quanto soffriamo quando persone che non abbiamo mai visto ma di cui conosciamo solo il nickname ci etichettano, ci criticano, ci giudicano?

Si può uscire dalla caverna?

Si può ritrovare la propria autenticità?

Ci si può salvare, da questa società divoratrice che ci vuole tutti eccellenti performer?

La filosofia ci può aiutare? Se sì, in che modo?

Ti invito a scoprirlo, godendoti questo saggio che offre punti di vista filosofici spiegati in modo chiaro e piacevole, che invita alla riflessione ed al dialogo, e poi se ti va ne parliamo insieme!

Nel frattempo, se non l’hai visto, ti lascio un video in cui leggo uno dei miei passi preferiti di questo libro.

Io non penso positivo: Come realizzare i tuoi desideri – G. Oettingen

In questo libro la Psicologa Gabriele Oettingen mette in discussione il pensiero positivo, smontando le teorie che lo vogliono come strategia infallibile per il raggiungimento dei nostri risultati.

Da sempre sono restia all’idea del pensiero positivo come panacea per tutti i mali.

La formulazione di un pensiero ottimista non può essere sufficiente all’ottenimento di ciò che sto cercando, suvvia!

E non può bastare nemmeno visualizzare sé stessi felici e contenti mentre stringiamo tra le mani ciò che tanto abbiamo desiderato, o credere nell’aiuto dell’Universo o del Cosmo.

Dico sempre che ciò su cui ti concentri, cresce. E ne sono fermamente convinta!
Ma è ben diverso dal pensare che il pensiero positivo possa portarci ovunque …

Credo molto più nell’esame di realtà e nel pensiero realistico, promosso appunto dalla Dottoressa Oettingen e chiaramente spiegato in questo libro.

Ciò non significa che l’ottimismo sia nocivo, anzi, ma limitarsi a pensare che “andrà tutto bene” è, alla lunga, uno dei primi fattori che ci fa perdere motivazione.

Rischia infatti di farci sottostimare le difficoltà che incontreremo e l’impegno che dobbiamo profondere per ottenere ciò che vogliamo, quindi di fatto ci porta ad essere meno efficaci nel nostro percorso verso ciò che vogliamo.

Nel libro vengono proposte ricerche scientifiche ed esercizi, tra cui quello relativo al metodo W.O.O.P. – di cui ti ho parlato in questo post.



Ora hai capito perchè non amo moltissimo le parole performance e pensiero positivo, e perchè mi siano tanto piaciuti questi due libri, che ne danno un’interpretazione interessante? 🙂

E a te che effetto fanno?



A presto e buona lettura,