Tante volte vogliamo cambiare l’emozione che proviamo, perché ci hanno insegnato che si fa così. “Non essere triste”, “non piangere”, “sorridi”… Quante volte ce lo hanno detto?

Viviamo in una cultura che ci invita a privilegiare le emozioni socialmente comode, come l’allegria, la positività, l’essere energici.

Ma non siamo fatti solo di questi stati d’animo!

É impensabile di provare solo emozioni piacevoli!

Prova a pensare alle tue emozioni degli ultimi due giorni ed elencane 5.

Le mie sono state: tenerezza, soddisfazione, determinazione, stanchezza, nervosismo.

Nel corso della giornata viviamo moltissimi sentimenti. Alcuni li produciamo autonomamente, altri potrebbero suscitarli degli eventi esterni.

Il mio suggerimento è quello di vivere pienamente ciascuna delle emozioni che incontri durante la giornata, e di provare a dar loro un nome.

Il fiore di Plutchik potrebbe essere una buona bussola!

Lo psicologo statunitense nel 1980 ha messo a punto il cosiddetto fiore, o ruota, delle emozioni.


Riporta otto emozioni primarie , che combinandosi tra loro possono produrre un’infinita varietà di altri sentimenti.

Ricorda che:

  • non esistono emozioni giuste o emozioni sbagliate, ma le puoi distinguere per l’essere adeguate o meno: essere sul ciglio di un burrone ed aver paura di cadere è adeguato, essere terrorizzati da una farfalla potrebbe esserlo meno.

  • non esistono emozioni brutte o belle, ma le puoi definire come piacevoli o spiacevoli (ricordandoti che questi aggettivi non sono universali – non hanno lo stesso valore per tutti: l’eccitazione, ad esempio, potrebbe essere vissuta come uno stato piacevole per qualcuno, per altri potrebbe essere motivo di disagio).

  • puoi definirle in base al livello di intensità: la gioia che provi per essere riuscita a prendere l’autobus era in ritardo immagino sia di intensità diversa rispetto a quella che provi quando vedi la persona che ami 😉

Conoscere le proprie emozioni è il primo, cruciale passo per una profonda consapevolezza di sé.